Giacomo De Stefano
Un uomo. Chi è quest’uomo folle? Chi è mai questo profeta dell’acqua, questo “man on the river” che sembra quasi giocare il ruolo di un Forrest Gump in barca?
Giacomo si descrive come una “persona semplice”. Dopo aver trascorso diversi anni della sua vita lavorando come ricercatore e documentarista, si è posto l’obiettivo di rendere consapevoli uomini e donne della civiltà dei consumi (del tanto ad ogni costo) su come lo stile di vita sia decisivo per l’ambiente.
Vive su una barca nella laguna di Venezia; vive con poco, perchè spesso “meno è di più”, e sa resistere a quasi tutte le condizioni. Nel 2008 il suo ultimo progetto, “Un Altro Po” (www.unaltropo.wordpress.com), lo ha visto risalire il fiume Po da Venezia a Pavia, in un viaggio seguito con collegamenti giornalieri da Radio 24 e con oltre 200.000 contatti sul proprio blog.
Giacomo De Stefano si racconta – mp3, 3,26 mb
Profilo Giacomo De Stefano, 44 anni, nato ad Asti. E’ cresciuto nelle Alpi, vicino al Monte Bianco. Il suo amore per la montagna fu fermato da un incidente che lo paralizzò per un breve periodo di tempo. Spostatosi a Venezia, dove ha ottenuto la laurea ed il master in architettura, scopre il fascino dell’acqua e delle vecchie imbarcazioni tradizionali in legno della Laguna. Lavora come architetto, lavapiatti, dog sitter, commerciante d’arte, project manager e in molti altri ambiti usuali e non. Totalmente incapace di fermarsi, Giacomo viene assunto come assistente per un regista italiano in Cina, seguendo per 4 mesi e 20.000 km un documentario sul turismo di massa. Così scopre i massicci danni creati dalla macchina turistica e decide di dedicare la propria vita alla ricerca di un modo di viaggiare sostenibile e alla tutela delle acque. Questo è il suo quarto progetto riguardo turismo e acque. precedentemente ha portato a termine Sulle ali del leone, un’odissea a vela lungo le rotte veneziane, Happy Albania, lungo le coste dell’ultimo paradiso Mediterraneo, Canto Mediterraneo, un viaggio a vela alla ricerca della storia musicale da Venezia ad Istanbul (da un’idea di Fine Shaumburg) e Un Altro Po, veleggiando e remando lungo il più lungo fiume italiano. Giacomo vive a bordo di una vecchia barca di legno, nella laguna di Venezia o da qualche parte nel Mediterraneo.
sai giacomo ti confermo la mia stima sia per la persona che per i tuoi propositi . buon vento .grande
Grazie Gigi, grande Gigi. Ricambio e spero di averti lungo il tragitto a bordo. Un abbraccio
Ciao mi ha parlato di te david marchiori. aveva ragione, dici e scrivi e fai cose che condivido e che considero rispettabili e belle. volevo dirtelo e farti il mio personale in bocca al lupo. io vado a vela, senza remi, ma scorrere sul mare rende gli uomini simili. ciao! simone perotti (quello di “Adesso Basta”)
scusa, ho terminato di leggere, ho visto che vai a vela anche tu. avevo colto l’aspetto dei remi sul fiume e pensavo… bene. allora buon vento! ciao. simone
Grazie Simone, verrai a bordo?
Seguiremo con piacere l’avventura di Giacomo. La nostra azienda ricicla scarti industriali di materie plastiche. Ci adoperiamo con le scuole locali per sensibilizzare almeno i più piccoli ad un consumo “umile” delle risorse.
Buon vento.. e buone braccia..
Saluti
Daria
Ciao Giacomo ti ricordi ci siamo conosciuti a Venezia al bar di Gino sono quello di Busto Arsizio che ti ha parlato del Villoresi all’arsenico.Ti siamo vicini sono bastati pochi minuti per capire che sei un fratello poi guardando su internet la tua storia ancora di più.Seguiremo il viaggio, NAMASTE Massimo e Patrizia
ciao
Ciao “un metro e novantasei di candore, visionarietá e buon senso”!! Complimenti per questa tua avventura e buon viaggio! Un abbraccio. Vale e cighe.
Buonasera, ho letto di lei sul Venerdì di Repubblica e adesso qui sul sito. Scusi se da estranea invado il suo spazio, ma volevo solo dirle che credo stia facendo una cosa davvero bella. Mi è piaciuto quello che ho letto, soprattutto che a volte lei scambia una storia con qualcosa che le è utile. Mi piacciono le storie e penso che lei ne avrà sicuramente di bellssime da raccontare. Che il suo viaggio sia lieve e felice.
Elena
Ciao egregio navigatore che non hai paura perchè vivi “by the river”…..
Un grande saluto a te e un augurio di tanta buona fortuna.
PS è vera la storia che sei stato ospitato dal road-manager dei Clash, Johnny Green?
PS2: per favore, al prossimo collegamento con Caterpillar, spiega a quei buon uomini di Cirri e Solibello che London Calling non è un pezzo estratto da Sandinista!!!!!!
Si è vero, siamo proprio stati da lui e tra poco vedrai la sua intervista. Tipo pazzesco. sai che non so nemmeno io da che album viene..ma adesso mi informo bene. Grazie comunque e magari ci vediamo a bordo. Ciao
Stima. Stavo pensando giusto ad un viaggio con le stesse modalità per la mia prossima avventura, quando sono incappatto in questo tuo progetto. Me ne congratulo anche perche condivido al 100% come è strutturato.
Claudio
Grazie a tutti Voi. Claudio, Daria MAssimo& Patrizia che vi ricordo benissimo con quella immediata simpatia e condivisione che si sentiva tra di noi. Spero tutti di vedervi a bordo. scusate ma questa pagina a volte la controllo di fretta.
Un abbraccio g
ciao buon vento giuliano
Grazie Giuliano, anche se ora sono fermo il buon vento è sempre importante
Grazie di parlare così ben del mio paese e di farmelo conoscere.
Bon courage et attentions aux péniches
Danièle
Ciao, ho letto con passione quello che fai.
Credo che anche a me piacerebbe vivere in una barca, girare il mondo, conoscere un sacco di gente interessante e vivere in modo semplice a contatto con la natura.
Una sola cosa mi chiedo a questo punto: i soldi per fare queste cose chi te li da?
Chi ti permette di vivere in una barca senza uscire la mattina per lavorare e guadagnare quei pochi soldi che servono per comprare il cibo o pagare le tasse? Chi ti permette di pagare il gas e l’acqua o l’elettricita’? Quando c’e’ qualcosa da riparare nella barca, tipo l’impianto elettrico o il sistema di acque nere (ad esempio) chi paga tutto questo?
Se tu non vai a lavorare immagino che non abbia nemmeno i soldi per pagare le riparazioni e non credo proprio che tu sia in grado di riparare tutto da solo. E comunque bisogna pure mangiare, no? L’acqua e il cibo chi te li da’? Se si rompe una vela chi la ricompra?
Se sai darmi l’indirizzo di questo mecenate ti ringrazio che lo chiamo anch’io e cosi’ anch’io mi metto a scorrere il Po, ad andare in giro per il mondo, a conoscere un sacco di gente divertente, a scrivere articoli, ad essere intervistato alla radio o nei giornali…
Pazzo scatenato. Io non sono uno invidioso ma giuro che ti invidio!!!!!
Ciao Giacomo
Fra non molto ti telefono e ..magari..ti raggiungo.
Se vieni in Italia avvisami SUBITO che ti voglio incontrare.
Ho quasi finito il progetto della mia nuova house boat.
In culo alla balena (come diciamo noi marinai)
Guido
ciao giari
mi insegni di nuovo il terzo tempo?
Grazie a tutti per vostri commenti, sopratutto a Roberto.
Un po di soldi li avevo messi via dai precedenti lavori e poi spendo poco, pochissimo. Non ho famiglia (questo è il vero discriminante) e mi aiutano amici a volte, quando proprio sono a zero, o faccio lavoretti veloci. C’è un grande lavoro dietro questo, non è che cazzeggio. Anche volendo non posso più farlo. Sono impegnato quasi sempre e non tutto è rose e fiori. Ma mi piace. L’anno scorso ci stavo rimettendo la pelle a forza di non dormire e lavorare con la comunicazione, incontri, la barca da finire ( e che mi so anche riparare da solo) le conferenze. Ti assicuro che un normale lavoro è molto meno impegnativo. Ma io sono felice così come ho detto e spero di fare qualcosa di utile. Se ti impegni e se non hai famiglia e grossi debiti puoi farlo anche tu. Non per tutto servono i soldi. Anzi io li ho usati solo per pagare il maestro d’ascia, in parte, mio amico che doveva vivere. Se la vela si rompe la cucio. Piccolo dettaglio: per costruire la barca senza troppi soldi e per trovare i materiali che come vedi alcuni partner mi hanno fornito, in circa 12 mesi mi sono fatto 31.000 km in treno, bus e bici a seguito, dormendo dove capitava, sempre con treni regionali, a volte anche senza biglietto perchè avevo finito i soldi. I no grazie sono stati circa il 90%. E sono quelli che mi hanno spinto a partire.
Sono a tua disposizione per ogni consiglio e aiuto. ma ti avviso..non è una passeggiata. Un abbraccio g
Cosa dirti Giacomino, una cosa sola mi viene dal cuore, sei grande un abbraccio fraterno.
ciao, ti ho ascoltato ieri a Torino per “oltre i limiti”. Ho letto i vari commenti e anche io mi sono chiesta come hai potuto fare un ‘impresa simile. cambiare non è facile. tante resistenze dalle economiche a quelle morali, ma qualcuno può dare un esempio a far sì che nella sua quotidianità possa anche fare qualcosa-di piccolo- ma che possa aiutare ad avere un mondo migliore. Grazie