Sempre in viaggio

Palermo è sontuosa e oscena. Palermo è come Nuova Delhi, con le reggie favolose dei maharajà e i corpi agonizzanti dei paria ai margini dei viali. Palermo è come Il Cairo, con la selva dei grattacieli e giardini in mezzo ai quali si insinuano putridi geroglifici di baracche. Palermo è come tutte le capitali di quei popoli che non riuscirono mai ad essere nazioni.

A Palermo la corruzione è fisica, tangibile ed estetica: una bellissima donna, sfatta, gonfia di umori guasti, le unghie nere, e però egualmente, arcanamente bella. Palermo è la storia della Sicilia, tutte le viltà e tutti gli eroismi, le disperazioni, i furori, le sconfitte, le ribellioni. Palermo è la Spagna, i Mori, gli Svevi, gli Arabi, i Normanni, gli Angioini, non c’è altro luogo che sia Sicilia come Palermo, eppure Palermo non è amata dai siciliani.

Gli occidentali dell’isola si assoggettano perché non possono altrimenti, si riconoscono sudditi ma non vorrebbero mai esserne cittadini. Gli orientali invece dicono addirittura di essere di un’altra razza: quelli sicani e noi invece siculi. (Giuseppe Fava)

Da dove vi scrivo un uomo disse: “Nel giardino pubblico vicino al porto, trascorsi tutto da solo alcune ore magnifiche. È il posto più stupendo del mondo […] Monte Pellegrino: «Il promontorio più bello del mondo»” (Johann Wolfgang von Goethe).

Insomma sono tornato ad uno dei punti cardinali della mia esistenza. Il mio bisnonno era palermitano, il mio cognome parla chiaro. Ma come arrivarono qui i miei avi è ancora più interessante. Arrivarono intorno al 1100 da Nord, molto a nord, dalla Scandinavia, forse dalla Norvegia. Il mio destino è legato da sempre a queste rotte nord sud, est ovest e tutte le quarte (la rosa dei venti era ed è divisa in quarte) intermedie. E naturalmente alle barche. Uno dei tanti nomadi dei fiumi e dei mari.

In questi due mesi sono stato in molte terre, e sempre lungo fiumi e mari.

Dopo i 7 incontri a Mallorca sono stato invitato dalla Lega Navale di Chioggia, da  una meravigliosa scuola steineriana di Cittadella, dalla Lago a Villa del Conte dove ho  reincontrato  tutti gli amici, poi a Chamonix, per conoscere Tom Greenall che produce gli sci più “verdi” al mondo (www.idriskis.com) che userò in un prossimo progetto che mi riporterà anche sulla neve.

Poi in Lussemburgo, nella libreria Altrimenti, (www.altrimenti.lu) di Diego Lo Piccolo, un luogo di scambio e cultura del rispetto e dell’innovazione sostenibile e al Lago Store (luxembourg.lagostore.net). Eugenio e sua moglie mi hanno ospitato con affetto e sempre la grande partecipazione di giovani e meno mi stupisce.

Poi un sogno, Muiden, al Royal Nederlands Yacht Club, fondato nel 1847, (www.knzrv.nl) in un luogo magico, ospite della Drascombe Association (www.drascombe.nl). Dove lo Yachting è nato anche etimologicamente.

Grazie a tutti i soci che mi hanno veramente onorato e colpito per la loro calorosità. Nevicava fuori come sempre dove vado (anche a Mallorca in alto sul Puig Major).

Anche a Londra nevicava e c’erano i fiori. Ho reincontrato Ali e ho ritirato da lui il premio di Classic Boat come Person of the Year e ho reincontrato Steffan Meyric Hughes, e i redattori della rivista più prestigiosa al mondo di barche classiche.

Un incontro straordinario è stato con Polly Higgins, (pollyhiggins.com) una avvocatessa che da anni si batte per rendere ufficiale il reato di Ecocidio. Da un breve contatto alla Cisco, con Neil hHarris, il responsabile internazionale delle politiche ambientali del colosso informatico, in poche ore si è dipanato il filo rosso che rende gli incontri possibili quando si vuole qualcosa. Veramente.

In una settimana qualche centinaio di Km in metro e piedi per incontri sempre ricchi. Case galleggianti ad Hampton Court per migliorare e semplificare il vivere sull’acqua; vivere sulla vita, senza distruggere od occupare la terra già così inquinata da noi umani, progetti sui quali già lavoro con Ali.

Dopo Londra ancora incontri a Venezia, con l’università Ca’ Foscari per iniziare una collaborazione con la facoltà di Economia Aziendale, verso un’economia sana e rispettosa.

Poi Istanbul, a rivedere Clodia. Colazione con tutte le persone belle del Museo, ospitato da Bruno Cianci che mi ha anche fatto veleggiare sul suo cutter aurico del 1910.

E poi, senza allenamento, il Bosforo attraversato a remi e vela andata e ritorno in un’ora e mezza per accompagnare Guido Morandini di Rai 5.

Devo dire che ritrovare Clodia e remare e veleggiare è stato come ritrovare un’amica, una parte di me stesso. Gesti e movimenti senza fatica, malgrado le onde, il traffico, etc.

Ora sono a Palermo e questa città mi ha stregato. Nell’orto botanico incredibile, con un ficus enorme, e montagne tutt’intorno è difficile, malgrado la follia criminale di una urbanizzazione senza senso e senza rispetto, non sentirsi uniti a Goethe nel suo commento.

Sotto Palermo scorrono, nascosti dal cemento, i due fiumi che con l’Oreto formarono questa piana alluvionale ed il porto sicuro, il tutto-porto (Pan-Ormos in greco) che fondarono i Fenici, che forse erano del nord. Molto nord. Sono fiumi dimenticati.

Un bel documentario, (www.igordindia.it/#!/video/29122857) visto qui parla dell’Oreto e di come la gente non sappia nemmeno che esiste, lo violenta quotidianamente scaricandogli dentro liquidi e cose che dovrebbero finire altrove. Igor d’India lo ha percorso a piedi fino alla sorgente. Toccante ed inquietante.

Perchè odiamo così tanto la natura?

Continua la avventura di bewater.info e questa estate circumnavigherò Mallorca con una barca tradizionale per portare all’attenzione le cose belle e meno bello di questa isola. Stiamo lavorando al blog.

A presto

g

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