Dolce esilio

Me ne sto seduto a scrivere, su questo bel divano, in questo bel Cafe Mozaic, che sa di passato anche se in moderno edificio, con questo sax soprano che danza agile tra culture diverse, ed il muezzin che cantilla dal minareto (si dice cantillare, non è errore): vedo fuori la pesante mole del museo archeologico, case cubane in rovina ma abitate, sepolcri romani vuoti, steli funerarie, antiquari in attesa appesi ai loro bronzi, cani randagi dolci ed educati. Il vento soffia forte. E Ovidio che guarda nostalgico il mare. Davanti gli hanno costruito una pizzeria della catena Spizzico. Potrei anche morire qui, ora, per la bellezza imperfettamente perfetta.

Sono a Costanza e mi ha già preso il cuore. Quanti cuori dovrei avere per sostenere questo viaggio? Se penso alla noia ed alle lamentele imbronciate di tanti compagni di viaggio mi domando come sia possibile non innamorarsi sempre di questo mondo che cambia. E sorridere.

Sarà l’ignoranza? L’ignoranza a me sembra una bestia strana. Si aggrappa alla schiena come una gatta e non ti molla più. (continua…)

 

Cosa amo e cosa odio

Dopo i giorni di Braila è ora di partire. Al mattino sono distrutto. Caldo soffocante, 40 e passa gradi, zanzare a migliaia che mordono sempre, pescatori che iniziano alle 4 di mattina con i loro fuoribordo rumorosi, gente che grida, e onde. Dormire nelle città è sempre difficile. Anche lo stomaco non sta bene.

Ricevo un messaggio che dice che devo essere stasera a Tulcea. Sono 101 km!! Con vento forte a favore potrebbe anche essere possibile ma ora con questo vento da sud che mi rallenta e il mio corpo che non risponde è impossibile. Ci provo.

Dopo 3 km, a pezzi, mi ferma pure la polizia per un controllo. Gentili e professionali. Nessun problema e saluti. Decido che l’unico modo per rispettare l’appuntamento è farmi trainare da Serena. Non mi piace ma non ho scelta e la signora Viorica, la governatrice dell’Arbdd (Administratia Biosfera Delta Dunarii) viene apposta da Bucarest per concedermi una intervista.

Il viaggio a motore è facile ma noioso e rumoroso. Tutto è così banalizzato da questo meravigliosa protesi che brucia e produce movimento. Meravigliosa e pericolosa. Pigrizia in agguato. La velocità la cosa più sopravvalutata su questo pianeta. Comunque ringrazio il piccolo fuoribordo da 4 cv e dopo 11 ore ininterrotte siamo a Tulcea. (continua…)