Cernavoda: acqua nera. Già avamposto romano, poi tristemente famosa per il canale della morte, fino a Costanza. Uno dei tanti, fatto scavare da Ceausescu per risparmiare i 300 km di Danubio che sale a nord per poi deviare a sud est verso il Mar Nero. Cernavoda-Cernobyl stessa radice nera. Anche a Cernavoda c’è una centrale nucleare.
Con tutta questa energia ci mancava il nucleare?
Al bar bollente ci sono una cameriera pelosa e uomini che mostrano con orgoglio la pancia: un luogo talmente brutto da far quasi tenerezza. Solo i cani randagi portano un po’ di grazia in questo piazzale assolato e di cemento polveroso con tamarri che accelerano e frenano rumorosamente. Dei gusti non conviene discutere. Io ho i miei e loro i loro. Non li giudico ma questo posto mi fa davvero cagare.
Spero solo di andarmene al più presto. E pensare che un gentile signore ci indica dove ormeggiare, e un altrettanto gentile signore, Rado, un vichingo che ha scelto questo non-luogo per vivere su una chiatta, ci concede di ormeggiare la barca.
Ma che ci faccio io qui? Primo c’è qui sotto il Danubio e qui ci sono arrivato tra colpi di remi, vento e per ultimo il passaggio dal capitano Florian. A proposito ho, abbiamo fatto 4200 km da Wargrave, nell’aprile 2010. (continua…)