Cuore di Luce

Partiamo sotto un sole pesante. Temporali in vista, troppo umido. Siamo partiti tardi da Zemun a causa dei giornalisti che attendevamo ma non sono venuti al club.

La fortezza vista dall’acqua è ancora più impressionante. Il Danubio grande. Navighiamo a remi senza problemi fino a Grocka dove gli dei mi dicono: “Trova un riparo e basta”. Vedo tra la vegetazione galleggiante sull’acqua il segno di un passaggio. Non trovo di meglio che un buco nella vegetazione, un antro che mi porta in un canale da favola, largo 4 metri e completamente ricoperto.

Tipo “Cuore di tenebra”.

Mi lego a due alberi e le zanzare mi azzannano a migliaia. Provo a rifuggire nel fiume ma un rafficone mi dice che sta per cominciare la rumba. Appena il tempo di montare la tenda ed inizia un temporale con i fiocchi. Tuoni e fulmini e alberi abbrustoliti. Paura, come sempre con i temporali sull’acqua. Ma sono stanco e dopo un po’ mi addormento.

Al mattino l’acqua fuma e sole la indora.

Quando riparto sono le 5:30 e vedo dopo pochi km un marina e un tipo con barbone e faccia simpatica che mi invita a fermarmi. Prendiamo un caffè su Clodia e una slibovitza al club. Siamo al glorioso Brodarski Klub Metalac di Smederevo. (continua…)

 

La fine della strada

A volte non è proprio che alla fine della strada ci aspetti una bella casetta per i nostri giorni di riposo, o per gli ultimi. Succede che semplicemente la strada finisca all’improvviso senza tante storie.

Vedo dal treno che mi riportava a Novi Sad, una strada interrotta da un ponte che finisce nel nulla e pensavo a tutti i viaggi del mondo, tutte le vite del mondo. A volte semplicemente finiscono.

Ma io continuo: per il momento, ringraziando Bagawan, continuo. Ora ho anche una medaglietta benedetta da Benedetto, che il nunzio apostolico in Serbia incontrato per caso all’ambasciata italiana di Belgrado, dove il gentilissimo Andrea Arnaldo ci ha organizzato una conferenza stampa, mi ha regalato.

Dobro, super mega dobro, extra dobro, ultra dobro, hyper dobro: i superlativi per questo paese, sul quale e del quale ho sempre sentito peste e corna, si sommano in queste settimane di bellezza. Non lo sapevo ma un paese che ha dato 17 imperatori a Roma forse qualche virtù doveva pur avere.

E dal vivo non vorrei più lasciarlo. Ma un bel gioco dura poco ed entro il 16 giugno devo abbandonarlo per colpa dei soliti motivi burocratici. Quelli sì terribili. Vera croce del popolo serbo.

(continua…)

 

Il canto della Sirena

Percorriamo 36 km e Vlada ci porta in una spiaggia che ora non è molto estesa a causa livello alto del Danubio. Spiaggiamo, accendiamo il fuoco e subito arriva un pescatore, incuriosito da Clodia. La studia, serio. Apprezza.

Dopo due minuti torna con della sljivovica e quattro pesci grandi. Ne pulisce uno che cerchiamo di cucinare sul fuoco. E’ buono ma cade nella sabbia. Proviamo a pulirlo. Impossibile. Tristezza. E’ morto per nulla, io non amo veder uccidere.

Cerco di diventare vegetariano, ancora senza successo. Troppe volte la mia dieta è soggetta a ciò che offre la casa, ciòe il fiume. Ma ce la farò.

La notte è fredda, senza tenda. Batto i denti: la temperature scende a 3 gradi ed io ho un sacco a pelo da giungla, per climi torridi.

Alle 7 si riparte destinazione Backo, al km 1319. Qui siamo al 1376: bella botta di km. Il fiume è, tanto per cambiare, splendido. Grande, libero, molte isole, fauna ricchissima con Aironi e aquile dalla coda bianca, enormi, che sfruttano le termiche ascensionali. Si vedono pescatori, con rete e canne. Tanti lo fanno di lavoro.

Con Vlada si va veloci. Ci fermiamo per un bagno. Vlada sa tutto: mi racconta del bello e dei dolori, dei suoi viaggi, in Croazia, in Bosnia, della gente che all’inizio lo guarda e sputa per terra, ma poi si parla e i cuori si aprono. (continua…)

 

I guardiani delle acque

Il sapere non è solo nella testa ma anche nelle mani e, forse, nel cuore.

Un abbraccio a coloro che soffrono in Emilia: non fa molto, lo so, ma è quello che posso dare ora. Ho sentito la scossa del 29 maggio; ero a Venezia per le mie purtroppo ancora necessarie visite mediche, in compagnia di Jürgen Hoh che già ci aveva ospitato a Bamberg.

L’Italia sprofonda. Se tornasse su epurata dai troppi capannoni che ne hanno sfregiato il territorio, e che poi sono stati i primi a crollare, non sarebbe forse meglio? Mi passa la voglia di raccontare, vedendo accadere queste cose in uno dei paesi più fortunati e belli del pianeta; e più ricchi, di tutto. Mi passa la voglia di vivere in un paese così stupido. Così folle.

Mi stavo rivedendo qualche documentario sulla guerra del 1991 nella ex Jugoslavia. Anche lì follia. Passando i giorni con una delle persone più deliziose, generose e ricche che mai mi sia capitato di incontrare, ho parlato anche di questo.

Incontro Vlada un mattino di maggio ad Apatin. Sto discutendo con Nicola su come riprendere il nostro viaggio: sono stanco, arrabbiato.

Mi giro e vedo questo ragazzo alto, sorridente, in tenuta sportiva. Lui ha una barca e ha fatto un viaggio bellissimo lungo il Danubio fino al Mar Nero. Vlada ha 34 anni vive a Novi Sad, Serbia. Mi racconta molte cose e mi, ci regala un mondo. Il suo. (continua…)