È stato un lungo inverno. Ma è passato velocissimo. E sempre sull’acqua, o vicino ad essa, salata però.
Vi scrivo da un treno che corre sull’acqua, che scorre, sul ponte che collega Venezia all’Europa. Anzi, l’Europa a Venezia. Dopo qualche giorno di riposo in compagnia dei miei genitori, delle mie due migliori amiche (Kaos e Nix) e di pochi amici cari, sono ripartito subito per dare una controllata alla mia casa, cioè una barca, Brancaleon.
Il grande skipper ed amico Stefano Leon Rodriguez, l’aveva portata in 12 giorni da Kos a Porto Pollença, a Maiorca, 1.200 miglia da Est ad Ovest.
Pensavo di cavarmela in una settimana e tornare a Vienna come promesso al capitano Franz Scheriau, sul Frederic Mistral, ma sottovalutavo i lavori.
Sono stato tutto l’inverno a grattare, segare, verniciare, e pulire. Per quasi due anni Branca era rimasta sola ed una vecchia signora come lei, viva come ogni barca costruita in legno, si era un po’ lasciata andare. Il rapporto di amore richiede vicinanza e partecipazione se no le cose si incrinano.
Nella bella baia di Porto Pollença ho trovato bellezza, quella di un’isola ancora bellissima, e tanti amici nuovi.