Eccomi di nuovo a bordo.
La tappa da Arques a Bethune è stata completata da Bruno e Francesco Cappelletti, il nostro ospite. Fine era al loro seguito alla guida di Serena, la barca di appoggio che per il momento ci segue a breve distanza.
Bruno e Fine si stanno impegnando al massimo. Lui è uno skipper straordinario che conosce tutti i segreti della navigazione. Lei comanda Serena e si occupa di fare foto, del blog e di risolvere piccole emergenze.
A Bethune li ho raggiunti insieme a Sandro, un caro amico di Venezia che è diventato così il nostro secondo “marinaio per caso”!
Prima di arrivare, a Lille, avevamo intervistato i capi della VNF, la società che gestisce i canali francesi.
Partiamo da Bethune al mattino prestissimo in direzione di Douai: per dare il cambio a Bruno e Francesco, decido di mettermi ai remi con Sandro, e ci accolliamo una vogata di 41 km, con la pioggia e quasi sempre controvento! Una tappa veramente durissima che ci regala però grande felicità.
Passiamo la notte tutti insieme in un bellissimo Marina prima di Douai, situato in un lago artificiale e contornato da platani secolari. Qui, per caso (tra navigatori il mondo è piccolo…) incontriamo degli inglesi, amici di alcune persone che avevamo conosciuto a Londra.
Il giorno seguente è un volare nel vento per ore, con Francesco al timone e Sandro con lui su Clodia.
Il “Grand Gabarit”, il canale che porta da Bethune a Douai, è abbastanza sporco, con molti pesci morti e tanto traffico commerciale che genera onde fastidiose. Fine e Bruno raccolgono due sacchi di rifiuti: d’ora innanzi cercheremo sempre di portare il nostro contributo. Grazie a loro per la bella idea, tanto semplice ed efficace.
Dopo un altra tirata di 40 km ci fermiamo a dormire ad Etrun, in prossimità dell’accesso al canale di Saint Quentin, in un bacino dorato con luce quasi mediterranea. All’arrivo, ritroviamo i nostri nuovi amici inglesi pronti ad offrirci birra e vino a volontà. Una notte insieme a mangiare il riso preparato da Sandro, in cinque in una barca di poco più di cinque metri: siamo uniti e felici.
La notte è fredda: ci risvegliamo nella nebbia, che poi si dirada. In partenza, all’imbocco del canale di Saint Quentin, Serena si incaglia e Clodia le accorre in aiuto. Fortunatamente Bruno, con un lunga cima portata a riva, risolve tutto.
Il Canal de Saint Quentin è meraviglioso. Ci sono più chiuse che chilometri, ma organizzate in modo stupendo. Tutto veloce: vorrei che anche da noi fosse così facile, per invitare le persone a viaggiare.
A Cambrai il Capitano Jean Luc, direttore del “Port de Plaisance” ci omaggia del prezzo dell’ormeggio dopo che ha ascoltato la nostra storia. Ogni volta che succede mi commuovo. Grazie Capitano!
Tutti ci fermano e vogliono navigare con noi. Nel porto di Cambrai, all’ombra dei platani, porto a bordo sei bambini scatenati. Douce France davvero.
Domani si riparte verso il famigerato “Souterrain de Riqueval”, lungo ben 5670 mt e non ventilato.
Così per attraversare c’è un rimorchiatore elettrico e soli due passaggi al giorno: uno alle 9 e uno alle 17. I miei attuali compagni sono fantastici in una situazione non facile.
Abbiamo percorso 170 km in quattro giorni di navigazione nei canali, ben poco a vela.
A presto. Giacomo
I fuori orario da Jasmine Lane
Viaggio di una bottiglia
“Dear Sir,
Today monday 16 may we found a bottle on the beach with a letter.
We found it, during a evening walk with our dog, at the beach of Dishoek near Vlissingen in Holland. We already visited the website Man on the River and we wish this project a lot of luck. Also thanks for the t-shirt offer.
Good luck, Anita en Ton Pas”
Questa è l’e-mail che riceviamo il16 Maggio, alle 23,15. Chiediamo lumi a Giacomo e veniamo a sapere che a metà della traversata della Manica ha infilato la classica lettera nella bottiglia e l’ha gettata a mare, nella speranza che qualcuno la ritrovasse. Se volete scoprire cosa c’era scritto guardate i video qui sotto.
Più in basso trovate anche la mappa del viaggio “alternativo” del sorprendente “Message in a bottle” e qui a fianco le foto del luogo di ritrovamento e di Anita e Ton!
bella aventura,! non e la solita impresa velica o navigativa con sponsor multinazionale che vende roba in busta ad alta tecnologia, credo che sia e che sarà una storia di persone ed incontri…
vi seguo!
Grazie, è vero! A presto