Köln, ex Colonia Agrippina. Città ex-bellissima che 77 dissennati minuti di bombe, figlie di altre dissennate bombe, distrussero quasi totalmente un giorno del secolo scorso. Colonia aveva il più bell’acquedotto romano a nord del Reno (il Reno italiano, vicino a Bologna). I romani le acque le muovevano già. Meglio di noi forse. Con molto più rispetto.
Scrivo dal Reno (e poi dal treno) che scorre veloce. Adesso potrei risalirlo a vela. C’è vento che risale la corrente forte.
Non vedo l’ora di tornare su Clodia. Mi manca terribilmente. I mattini con la nebbia, il freddo, l’umido. Il profumo del fiume. Ho appena finito di leggere un libro bellissimo, “Il respiro delle acque”, che ricorda un Grande Uomo che ha fatto molto per i fiumi: Renzo Franzin. Me lo ha regalato Eriberto Eulisse di Civiltà delle Acque. Ci torneremo a vedere.
Ma che ci faccio io qui a Colonia? E’ sempre per le acque. Per un nuovo progetto di viaggio che sto preparando con alcuni amici. Al dopo Istanbul per raccontarvelo. Siamo ancora nel kick-off.
Vi devo raccontare brevissimamente del World Water Forum di Marsiglia dove ho visto i colletti bianchi che non amano molto l’acqua se non per farci i soldi e ho visto anche molti che per l’acqua lottano e ci credono. E la amano davvero. La cosa più penosa che ho visto è lo stand del Kirghizistan che si pubblicizza per i ghiacciai che ha e per le dighe che si potrebbero costruire per vendere acqua ed energia. Merce. E gli animali, gli ecosistemi stroncati, i villaggi e gli uomini “delocalizzati”? Altra morte per pochi soldi, e per pochi. Bloccare un fiume è un crimine contro tutti. Il fiume deve correre. Provate a bloccarvi una vena.
A Marsiglia ho visto il male ed il bene, ho visto tante bottiglie di plastica ed ho visto l’acqua di Marsiglia servita da distributori automatici. Ho visto un’acqua bar. Disgustoso!
I mercanti delle acque la fanno correre su gomma, in aereo, invece di lasciarla correre, e difenderla, nel letto di un fiume, nelle vene della terra.
La libertà è partecipazione, cantava Gaber. Quelli sono per la schiavitù e la dittatura forse? Ci dobbiamo parlare.
Il Forum Alternativo FAME era un luogo dove i 2.000 “poveri” lottavano contro i 30.000 “ricchi” del Forum ufficiale.
Anche nel Forum dei ricchi fuori (e forse poveri dentro) ho trovato persone ricche davvero anche dentro: Thibaux, che cerca di promuovere un semplice e geniale dissalatore solare, Mark di Smart Solutions che reinventando semplici idee del passato crea pompe e oggetti per il risparmio e la gestione delle acque, B&B (Beate e Bo) dell’agenzia europea dell’ambiente.
E io che giravo e chiedevo, parlavo, imparavo. Una settimana dura e ricca. Di tutto.
Marsiglia mi rimane sempre nel cuore con quel suo porto abbracciato dalle case. Chissà i Fenici che bellezza.
E poi La Ciotat, il cinema Odeon, decadente ma in restauro, i fratelli Lumiere, la prima scena filmata proiettata. Non era il famoso treno, era il varo di un vascello. Ma le barche le dimentichiamo se non per portare le nostre chiappe al sole.
Ho incontrato Butch Darlymple che ha un cantiere stupendo, dove riposa Partridge, un cutter aurico del 1885, che naviga ancora come una strega (“sails like a witch” in Inglese, espressione marinara). Che lacrime nel vederla dal vivo. Di gioia.
Dopo Marsiglia sono ancora passato a Porto Pollença, Mallorca, per spostare Brancaleon dall’altra parte della baia. Brancaleon che navigherà verso l’Adriatico e l’Egeo di nuovo con Antoni e Martha. Sempre nel cuore, ma devo venderla. Chi vuole mi può contattare se interessato.
Domani finalmente riparto per Budapest, con Anna e Leon per ritrovare Clodia e Serena. Quest’anno cercherò di stare solamente sul fiume senza allontanarmi da esso, ancora di più. A volte le persone mi portano fuori, ansiose di farmi vedere qualcosa di interessante.
In Ungheria sta accadendo qualcosa di forte, ed allo stesso tempo nascosto. Intendo a livello sociale e politico. Credo che non ne potrò capire molto dal mio punto di osservazione, ma cercherò in qualche modo di farlo.
Oggi è il 25 aprile, giorno in Italia che celebra “la” liberazione, una delle tante possibili.
Mi trovo a Venezia ma non riesco più a essere qui. A ben essere. Vorrei lottare per una liberazione anche per questa città. La liberazione dal turismo becero. Cosa molto difficile se non impossibile. Recentemente si è svolta una manifestazioni del Comitato contro le Grandi Navi a Venezia. Grandi navi e piccoli cervelli. Quelli delle compagnie di crociera che non riescono a pensare alle conseguenze nefaste che questi mostri producono ovunque, ma sopratutto in un ambiente così delicato come la laguna.
Il mio amico Manfred (che ha scattato questa foto) e sua moglie Caroline, con molti altri sono stati denunciati per un corteo di barche regolarmente annunciato e vergognosamente negato. Loro sono andati lo stesso. Disobbedienza civile ed obbedienza incivile contrapposte. I criminali ed incivili sostenitori, e gli inconsapevoli fruitori di queste navi della morte, dovrebbero essere fermati ed edotti su quello che stanno rubando alle generazioni presenti e future. Mi associo al “Comitato no grandi navi” e spero un giorno di avere il tempo per partecipare più attivamente a queste manifestazioni.
Il gigantismo uccide il nostro pianeta. E’ con il poco, il piccolo ma ragionato molto che possiamo fare le cose più belle e utilmente durevoli.
Vorrei pensare che un domani le cose potessero essere migliori di oggi. L’acqua che inquiniamo pero difficilmente potrà essere più pulita a valle di noi. L’uomo saggio non piscia nell’acqua del fiume che altri poi dovranno bere. Da Erodoto se non sbaglio.
Per ogni probema c’è una soluzione. Il logo della società di Antoni mi piace molto.
Voglio anche spendere qualche parola per una persona per noi molto importante, con la quale ho avuto il piacere di trascorrere molti giorni, inclusi quelli dell’attraversamento della Manica e qualche settimana a Venezia dove venne a lavorare con la sua amata bici.
Qualche giorno fa Earl Broad, che ci ha dato ospitalità a Whitstable, è incorso in un grave incidente in bicicletta. Ora sta lottando per tornare alla sua vita normale, e vorrei mandargli I miei più sentiti auguri per la sua grande battaglia. Siamo tutti con te!
Ora si riparte con Man on The River.
Be water my friends
P.S.: Mancano pochi giorni per poter ancora aiutare Anna e Leon nella loro raccolta fondi per il documentario, nel banner che vedete in alto a destra. Se potete donate, per favore, e se no, almeno condividete il link. Grazie di cuore.